domenica 31 gennaio 2010

Parliamo di Sceneggiatura 2° parte

...continuo sulla creazione di una storia, per ora il discorso è generale, si parla di raccontare una storia, più avanti vedremo come si fa la sceneggiatura di un film.

Il ritmo

La suddivisione in Atti non deve essere una regola ferrea da seguire, una storia deve avere anche un suo ritmo. Il ritmo non è una vera e propria questione musicale, fatto solo di tempi e velocità, bisogna trascendere questa definizione e ridurla ai minimi termini: il ritmo e una successione di contrasti, di alti e bassi, di veloce e lento, di bello e brutto, allegro e triste ecc....
Riuscire a manipolare il ritmo, significa riuscire a condizionare l'umore dello spettatore, bisogna fare di tutto per non fare annoiare chi guarda, legge, ascolta, mangia, annusa la nostra opera, questa è la regola fondamentale per ogni cosa che si fa.
Il cuoco che prepara una cena a più portate, dovrà sapere come guidarvi nella degustazione, alternando acidità, dolcezza, sapore forti, piccanti, inebrianti ecc...
Lo stesso vale per il musicista, pensate alla canzone “Eyes of the Tiger”, il ritmo incalzante con i colpi di chitarra e batteria, poi solo parole e anche lì, c'è un crescendo di energia che sale.
Il ritmo è fatto anche di anticipazioni oltre di contrasti, pensate ai vecchi Horror Movies degli anni '80, suspanse, musica di sotto fondo che cresce al salire della tensione, sappiamo quello che deve accadere, anche se non sappiamo quando di preciso e come, ma lo sappiamo, il regista ama tenerci sulle spine fino all'ultimo e poi la scena ha il suo culmine e poi c'è sempre qualcuno che scappa urlando...
Variare il ritmo significa anche evitare l'assuefazione, cosa che diventa sempre più difficile, perchè sembra che tutto sia già stato fatto, quindi rimane un'impresa stupire le persone.
Immaginatevi un film con solo sparatorie, dall'inizio alla fine. Potrebbe essere divertente per un po', ma poi ci si addormenterebbe a metà della proiezione.
Il ritmo non è presente solo nella narrazione, il ritmo va preso in considerazione nella recitazione (animazione per i treddisti), nelle luci (o cmq la fotografia), nelle atmosfere, nei dialoghi, nella musica, nelle azioni di sottofondo (se una compersa inizia a ballare il tip tap ad un funelare, forse sta rovinando la scena?).
Il ritmo va usato a seconda di quello che vogliamo ricreare, il processo logico deve andare all'incontrario nella nostra testa: vogliamo questo effetto? Bene, cerchiamo di adeguare il ritmo in base a questo.
Allo stesso tempo il processo non deve essere meccanico e forzato perchè altrimenti si esce dalla magia della storia e il prodotto non viene apprezzato.
Quello che serve è sapere che il ritmo c'è sempre, a volte conviene variarlo quando notiamo che che le cose non vanno, altre volte scoprirete che lo avete azzeccato come un musicista che compone la sua canzone, senza averci nemmeno pensato.

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