lunedì 8 febbraio 2010

Lo Storyboard e le inquadrature

I Film sono sequenze di immagini che raccontano una storia. Quello su cui dobbiamo focalizzarci ora è raccontare la nostra storia per immagini. La mancanza di dialoghi ci permette di concentrarci principalmente su quello che lo spettatore vede.
Lo storyboard è una sequenza di immagini statiche che come un fumetto raccontano il nostro film. A differenza dei fumetti però, noi abbiamo a disposizione anche l'Azione. I Film sono basati sulle azioni, determinate azioni creano conflitto e intrattenimento, che ci regalano sullo schermo i nostri film preferiti.

Lo scopo dello storyboard è quello di avere un anteprima delle inquadrature che comporranno il nostro cortometraggio.

In grandi produzioni si usa spesso lo storyboard, a volte accompagnato da uno shotting script che descrive nel dettaglio ogni inquadratura, utile soprattutto ai concept artist che così possono comprendere meglio la visione del regista.
Fare le inquadrature per un film non è molto facile, esistono però determinate regole che possono aiutare molto.

I tipi di inquadratura:
Le inquadrature si dividono in Piani, quando si riprende un personaggio che è il soggetto dell'inquadratura, mentre quando si riprendono più personaggi o dei paesaggi, l'inquadratura viene chiamata Campo.
Tra le più usate ci sono:

Figura Intera: Quando si inquadra una persona da capo a piedi, usato soprattutto per mostrare delle azioni del personaggio, ma molto spesso serve a presentare il personaggio e mostrarlo nella sua interezza.


Piano Medio: inquadrare dal busto alla testa di una persona lasciando ancora un po' di aria sopra la testa, un inquadratura classica che mostra delle azioni di un personaggio o usata comunemente in dialogo.


Primo Piano: Inquadrare dalle spalle alla testa, alle volte si taglia un pezzo dei capelli/fronte, si usa per sottolineare le espressioni del viso durante certi dialoghi.


Primissimo Piano: Si inquadra solo il volto, usato spesso per mostrare movimenti degli occhi o in generale lo stato emotivo del personaggio.


Campo Medio: Quando si riprendono più persone, sia in figura intera che in piano medio.


Campo Lungo: Si usa per riprendere il paesaggio e mostrare di solito la location in cui è ambientato il film


Campo lunghissimo: Usato soprattutto in film epici, dove viene ripresa una grande porzione di spazio, molte volte dall'alto, ma anche ad altezza uomo (tipo i campi lunghissimi di Sergio Leone che mostrano i deserti del Far West).


Poi viene il discorso della composizione, qui l'argomento è davvero fuori portata, tocca davvero approfondire se si vuole diventare bravi, ecco qualche esempio:

La regola dei terzi

Consiste nel dividere l'inquadratura in tre parti orizzontali e tre parti verticali e di usare i vertici del quadrato centrale che si forma come i punti di riferimento più importanti, là dove cade prima lo sguardo dello spettatore.
Sistemare in uno di quei punti l'area degli occhi di un personaggio o il centro di interesse dell'inquadratura.
Utilizzare una delle due righe orizzontali per sistemare l'orizzonte di una scena, mai mettere l'orizzonte al centro esatto dell'inquadratura.

Esiste anche la regola della sezione aurea per sistemare determinati punti di interesse, usiamo il centro di questa spirale come punto focale.

Ci sono delle regole geometriche e matematiche per ricavare la sezione aurea vi invito quindi ad approfondire l'argomento se vi interessa particolarmente.

Uno dei metodi per impratichirsi nelle composizioni è quello di prendere una macchina fotografica e iniziare ad inquadrare il mondo che ci circonda non a caso, ma domandando ogni volta: cosa vogliamo trasmettere con questa immagine? Se sposto l'albero in questo modo che effetto ottengo? Cercare quindi dei corsi di fotografia e illustrazione può essere la buona strada per padroneggiare a dovere questa arte.

Torniamo a noi, quello che serve per disegnare uno storyboard non è una una grande abilità artistica, l'importante è riuscire ad inquadrare una scena.

Serve poi un po' di pratica di disegno, giusto per riuscire a disporre gli elementi principali in scena e fare in modo che si capisca la dinamica delle azioni.
Non bisogna disegnare tutto quello che c'è nella scena ad ogni inquadratura, questo vale soprattutto per gli elementi di sfondo, a meno che non siano indispensabili alla trama del film.
Sotto ogni tavola di storyboard si scrivono i dialoghi e volendo si può annotare qualche informazione sul movimento di camera o spiegare meglio un'azione che altrimenti non si capirebbe.

Prendiamo in mano la sceneggiatura e leggiamola immaginandoci la scena, come la vorremo vedere inquadrata? Appena riusciamo a percepire la giusta inquadratura per quell'azione disegniamola su metà foglio di stampante A4.
Di solito preferisco stampare all'interno un ulteriore riquadro che rispetti le classiche proporzioni 4/3 da tv o 16/9 da film.
Il nostro è un cartone, quindi il 4/3 va più che bene, potete utilizzare il template che uso io e stampare qualche pagina che poi taglierete in due.
Template 4/3
Template 16/9
Dal template potete notare il riquadro della scena, sotto le righe per le note e/o i dialoghi e in alto a sinistra un pallino dove numereremo le varie tavole per ovvie ragioni di ordine.

Le tavole per gli storyboard sono piccole perché bisogna essere abbastanza veloci nel fissare sul foglio solo l'azione base senza farsi distrarre da particolari inutili. Di solito più è viva l'azione che si disegna e meno particolari si aggiungono. La regola è proprio quella di impiegare un massimo di 5 o 10 minuti a tavola, bisogna cercare di disegnare una tavola dietro l'altra, altrimenti si rischia di perdere l'azione che si aveva in mente, alcuni artisti preferiscono disegnare i loro schizzi con una matita Blu e poi rifinire con penna ad inchiostro per dare un effetto più fumettistico al tutto, ma solo alla fine, quando tutte le tavole sono state approvate e corrette.

Decidere il numero delle tavole
Il numero di tavole da disegnare viene scelto principalmente in base al numero di inquadrature (o shot) che ci sono nel film.
A questo numero va aggiunta una tavola per ogni accento che ha una particolare inquadratura. L'accento è quell'azione che mostra un mutamento significativo per la storia.
Possiamo avere un cambio di espressione del personaggio o comunque un mutamento delle cose riprese nell'inquadratura.
Anche le azioni aggiungono tavole allo storyboard, basti immaginare una scena in cui un personaggio va a prendere la corda in macchina per poter salvare l'amico caduto nel burrone. Si avrà una tavola che mostra l'amico nel burrone, una che mostra il protagonista che guarda giù nel burrone, poi usando la stessa inquadratura, ci sarà una tavola che mostra il protagonista che si alza, poi un'altra tavola che inquadri il protagonista e il bagagliaio dell'auto, una tavola per il bagagliaio aperto con la corda dentro, il protagonista che afferra la corda, tavola con il protagonista che assicura la corda ecc...
Volendo è possibile tagliare delle inquadrature, come quella del protagonista che si dirige verso l'auto. Lo spettatore farà il collegamento mentale (a patto che l'auto sia stata mostrata prima, magari all'arrivo del protagonista).

Come esercizio di questa parte, provate a disegnare la vostra versione dello storyboard seguendo le azioni descritte nella sceneggiatura, potrete poi confrontare i vostri disegni con quelli della guida, poi provate a chiedervi come mai avete preferito una certe inquadratura piuttosto che un altra. L'esercizio finale obbligatorio è quello di disegnare le ultime tavole dello storyboard in base al finale che avete scelto nei capitoli precedenti.


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